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dai GIORNALI di OGGI

Il premier:

"Votino solo i capigruppo".

Stop del presidente della Camera:

"Proposta impossibile"

Alt di Fini alle proposte Berlusconi

2009-03-11

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Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

CORRIERE della SERA

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2009-03-11

E sul caso Rai: "Nessuna rosa di nomi. noi Costretti a trattativa sgradevole"

Regole Camere, alt di Franceschini:

"Berlusconi? Non so se ridere o piangere"

Il leader Pd boccia la proposta sul voto dei capigruppo: "Per il premier le istituzioni sono un ingombro"

ROMA - Dario Franceschini boccia senza appello la proposta del premier Silvio Berlusconi, che a votare in Parlamento siano solo i capigruppo. "Davanti a queste proposte non si sa se ridere o piangere. "Per Berlusconi - attacca il leader dei democratici ospite in studio a Unomattina - sembra tutto un ingombro sulla strada della sua luminosa azione di governo e questo vale per il Parlamento e a volte anche per il ruolo di garanzia del presidente della Repubblica". "Il prossimo passaggio - aggiunge Franceschini, ironizzando sul presidente del Consiglio - potrebbe essere, invece di 4 capigruppo che votano per 600 deputati, avere un tasto nel suo ufficio così che lo spinga lui e faccia lui per tutti...".

"LA QUESTIONE IN AULA" - A proposito delle nuove regole parlamentari ipotizzate dal premier, Anna Finocchiaro ha annunciato tr l'altro che porrà in aula al Senato la questione. "Voglio capire - spiega la presidente dei senatori del Pd, dopo la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama - qual è pensiero autentico della maggioranza, quale stravolgimento costituzionale si vuole attuare senza toccare la Costituzione".

FINI - "I regolamenti parlamentari sono solo un anello per il funzionamento del sistema. Non ha senso guardare al funzionamento di Parlamenti di paesi dove c’è una forma di Stato diversa dalla nostra". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, chiacchiera con i giornalisti a Montecitorio durante una pausa dei lavori d’Aula e torna a parlare della tanto agognata riforma dei regolamenti parlamentari toccando solo indirettamente la polemica di martedì con il premier che aveva citato l’esempio della Francia dove votano solo i capigruppo. "In Giunta per il Regolamento porterò qualche piccolo aggiustamento non di merito, ma bisognerà tornarci sulla riforma: i regolamenti tuttavia sono solo un anello per far funzionare il sistema", ha spiegato Fini.

"FINTO OTTIMISMO" - Tornando a Franceschini, una stoccata al premier il segretario dei democratici la riserva anche affrontando il tema della crisi. ""Berlusconi - spiega - non è ottimista. Finge di esserlo e non penso che questo sia onesto né corretto".

CASO RAI - Franceschini torna anche sulla vicenda Rai: "Nessuna rosa. Le priorità degli italiani e del Pd sono ben altre, ne sono consapevole. Purtroppo c'è una legge sbagliata, che noi abbiamo avversato, che oggi impone che il presidente della Rai sia scelto con un'intesa tra maggioranza e opposizione, perché servono i due terzi della commissione Vigilanza". Ecco il leader Pd spiega di essere "costretto a una trattativa piuttosto sgradevole, ma che mi impone la legge". "Spero che faremo in fretta e bene - osserva il leader Pd - ma tutto sarà, per quello che mi riguarda, pubblico e trasparente. Niente di nascosto".

SINDACATO UNITARIO - Nell'intervento del leader del Pd un accenno al tema dell'unità sindacale. "Arriverà inesorabilmente. Il tempo e la velocità con cui arriverà dipenderanno dalla volontà dei dirigenti del sindacato e dalla spinta della base. Io penso che oggi l'Italia - afferma Franceschini -, come tutte le democrazie moderne, abbia bisogno di un sindacato unito, forte, che difenda i diritti dei lavoratori e di chi ha perso il posto di lavoro, dei pensionati, piuttosto che avere divisioni interne".

 

11 marzo 2009

 

 

 

 

LE DICHIARAZIONI All'assemblea dei parlamentari del Pdl

Nuove regole in Parlamento,

alt di Fini alle proposte di Berlusconi

Il premier: "Votino solo i capigruppo". Stop del presidente della Camera: "Proposta impossibile"

Silvio Berlusconi (Lapresse)

Silvio Berlusconi (Lapresse)

ROMA - Nuove regole in Parlamento. L'idea è del premier Silvio Berlusconi che chiede di cambiare i regolamenti parlamentari "che non sono adeguati alle necessità di un governo e di una maggioranza di avere tempi certi e brevi per i propri disegni di legge", spostando molte votazioni nelle commissioni. La proposta è stata lanciata dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, all'assemblea dei parlamentari del Pdl, per sveltire i lavori del Parlamento. Berlusconi ha detto inoltre di voler proporre che si voti per gruppi parlamentari: cioè vale il voto del capogruppo, se un parlamentare dello stesso gruppo non è d'accordo, può esprimere il proprio voto contrario o dichiarare l'astensione.

BOCCIATURA - La proposta del premier è stata subito commentata (e bocciata) dal presidente della Camera, Gianfranco Fini: "L’aveva già avanzata ed era caduta nel vuoto. Accadrà la stessa cosa anche stavolta, è una proposta impossibile". È scettico anche Italo Bocchino, vice capogruppo del Pdl alla Camera: "La proposta non è scandalosa, è prevista in molte assemblee legislative, ma non credo ci siano le condizioni perché ottenga i due terzi dei voti necessari". Il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota, interpreta la proposta di Berlusconi "come una provocazione, non come una cosa realizzabile". I capigruppo del Pd Anna Finocchiario e Antonello Soro denunciano le "pulsioni autoritarie" di Berlusconi. La proposta "esprime in modo plateale la sua assenza di cultura costituzionale, il suo incontenibile fastidio per le regole della democrazia e la sua inossidabile visione proprietaria delle istituzioni, nonostante la strabordante maggioranza numerica di cui il Pdl gode in Parlamento". Bocciatura completa da parte dell'Italia dei valori: "Il sistema che Berlusconi ha in mente è quello della Cina Popolare, dove il Parlamento una volta all'anno ratifica le decisioni del governo", ha detto il presidente del gruppo al Senato, Felice Belisario. Ha aggiunto il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi: "È una cosa che non c'entra con la democrazia ed è indicativa dell'idea che ha Berlusconi del Parlamento: per lui è inutile, è soltanto il notaio delle scelte del governo". Maurizio Ronconi (Udc) ha definito la proposta "semplicemente oscena, da dittatorello dell'Africa centrale".

PARLAMENTO - "Capisco i nostri deputati, che sono persone del fare e non funzionari di partito, che si sentono deprimere in Parlamento con votazioni continue", ha detto il capo del governo. "Il capogruppo deve rappresentare in aula o in commissione tutti i deputati. Chi non è d'accordo, potrà votare contro o astenersi". Berlusconi intende inoltre presentare una proposta di legge di iniziativa popolare per dimezzare il numero dei parlamentari.

CRISI ECONOMICA - "L’Italia uscirà prima e meglio di altri Paesi dalla crisi economica, ma se si aggrava, abbiamo la possibilità di sostenere tutti i cittadini che fossero in condizioni di non lavoro", ha promesso il presidente del Consiglio, ribadendo la sua opposizione all'assegno di disoccupazione proposto dal segretario del Pd, Dario Franceschini, in quanto "non c'è bisogno di incentivi ai licenziamenti". "Il nostro sistema di cassa integrazione è a moduli e potremo intervenire in tutte le direzioni. Il governo ha trovato 9 miliardi di euro per garantire coloro che perdono il lavoro". Alle banche, ha aggiunto il premier, "tenderemo la mano in modo amichevole e diremo loro di non avere paura di continuare a sostenere le imprese".

INTERCETTAZIONI - "La legge sulle intercettazioni non è quella che volevo", ha ricordato il premier. "Ma è comunque un passo avanti. Non è una democrazia quella in cui non si può parlare liberamente al telefono".

PIANO CASA - Il piano casa approderà al Consiglio dei ministri di venerdì prossimo, ha confermato il Cavaliere. "Non è un piano per la cementificazione come dice l'opposizione, ma solo buon senso che servirà a mettere in moto l'edilizia nel nostro Paese". Il piano si rivolge "alle famiglie con case mono o bifamilari, che sono quasi il 50% degli italiani. Si potrà ampliare del 20% la casa sul proprio territorio con una semplice lettera di inizio lavori al Comune. Non credo ci sia qualcuno così stupido che voglia diminuire il valore della propria casa facendo cose brutte".

AUTO - Berlusconi ha affermato inoltre che il decreto con gli incentivi sta dando buoni risultati. "Si stanno svuotando i magazzini e stanno ripartendo gli ordini per le auto, gli elettrodomestici e i mobili. I vertici di Fiat e Volkswagen mi hanno ringraziato".

10 marzo 2009

REPUBBLICA

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2009-03-11

Il leader Pd usa l'arma dell'ironia per attaccare duramente la proposta del premier

per il voto ai soli capigruppo. E sulla Rai dice: "Nessuna rosa, sarà trattativa pubblica"

Franceschini attacca Berlusconi

"Voti lui per tutti dall'ufficio..."

Franceschini attacca Berlusconi "Voti lui per tutti dall'ufficio..."

Dario Franceschini

ROMA - Dario Franceschini replica - con durezza - a Silvio Berlusconi, che ieri aveva lanciato la proposta di far votare in Parlamento solo i capigruppo. "Davanti a queste proposte - attacca il leader del Pd - non si sa se ridere o piangere".

Sul voto parlamentare. Franceschini usa l'arma dell'ironia: "Il passaggio successivo - dice riferendosi alle parole di ieri del Cavaliere - potrebbe essere un tasto solo nell'ufficio del presidente del Consiglio, per semplificare. Per Berlusconi sembra tutto un ingombro sulla strada della sua luminosa azione di governo: questo vale per il Parlamento e a volte anche per il ruolo di garanzia del presidente della Repubblica". Da qui la battuta: "Il prossimo passaggio potrebbe essere, invece di quattro capigruppo che votano per 600 deputati, avere un tasto nel suo ufficio così che lo spinga lui e faccia lui per tutti...".

Sull'ottimismo del premier. "Berlusconi non è ottimista - dice il segretario del Pd, riferendosi all'atteggiamento con cui affrontare la grave crisi in atto - finge di esserlo, non penso che questo sia onesto nè corretto".

Sulla Rai. "Non ho fatto nessuna rosa. So che le priorità degli italiani e del Pd sono ben altre, ma purtroppo una legge sbagliata, che noi abbiamo ostacolato, ci impone che il presidente della Rai sia votato con i voti di maggioranza e opposizione, e quindi sono costretto ad una trattativa anche faticosa, sgradevole. Ma tutto sarà pubblico e trasparente". Così il segretario del Pd, a proposito della partita sui vertici della tv pubblica.

(11 marzo 2009)

 

 

 

 

 

 

Botta e risposta tra il premier e il presidente della Camera

Il Cavaliere: "Chi non è d'accordo potrà votare contro o astenersi"

Berlusconi: "Voti solo il capogruppo"

Fini: "Idea che cadrà nel vuoto"

Il Pd: "Pulsioni autoritarie". L'Idv: "Vede il Parlamento come un notaio"

<b>Berlusconi: "Voti solo il capogruppo"<br/>Fini: "Idea che cadrà nel vuoto"</b>

Silvio Berlusconi

ROMA - "La proposta era già stata avanzata ed era caduta nel vuoto. Accadrà anche stavolta...". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, liquida la proposta del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che siano solo i capigruppo a votare in Aula.

Poco prima il premier, davanti all'assemblea dei deputati del Pdl, aveva proposto di cambiare i regolamenti parlamentari e di fare valere il voto del capogruppo per tutti i suoi deputati. "Chi non è d'accordo potrà votare contro o astenersi" dice il Cavaliere. Una proposta che premier si lega alle nuove norme di voto e all'esigenza, spiega Berlusconi, di "rivedere i regolamenti parlamentari che non sono adeguati per un governo e una maggioranza che devono avere tempi certi sull'approvazione delle leggi".

La replica di Fini arriva a strettissimo giro di posta. E non lascia spazio al dubbio: "E' impossibile che accada".

Quello che Berlusconi propone e' l'importazione in Italia del 'voto ponderato' in uso in Francia, dove il voto del capogruppo riassume quelli di tutti gli altri deputati. Ma non in ogni occasione. Non e' chiaro se, in Italia, questa importazione debba essere sottoposta ad una modifica costituzionale o se sia sufficiente una legge ordinaria o, ancora, la sola modifica dei regolamenti dei due rami del Parlamento.

Inoltre le motivazioni offerte dal premier sembrano andare oltre il solo risparmio di tempo nell'iter legislativo per entrare nel merito delle leggi. ''Capisco che dopo 70-80 votazioni, una persona che non e' tuttologa - dice Berlusconi- possa anche deprimersi. Ecco perche' io propongo uno snellimento e cioe' che molti voti si facciano nelle commissioni, mentre il voto finale in aula e con questo sistema ovviamente non ci sono sorprese''.

Scettico il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino: "Valuteremo, anche se non credo che

la proposta riesca ad ottenere i due terzi dei voti previsti". Critica la posizione dell'Idv: "E' qualcosa che con la democrazia non c'azzecca neanche di striscio ed è indicativo dell'idea che ha Berlusconi del confronto parlamentare: per lui è inutile e il Parlamento è soltanto il notaio delle scelte del governo. E' un'idea della politica, povera, piatta".

E anche l'opposizione attacca a fondo. "Riemergono le pulsioni autoritarie di. L'idea di sopprimere il Parlamento con una riformina regolamentare, delegando a pochi eletti la funzione legislativa, esprime in modo plateale l'assenza di cultura costituzionale del premier, il suo incontenibile fastidio per le regole della democrazia e la sua inossidabile visione proprietaria delle istituzioni, nonostante la strabordante maggioranza numerica di cui il Pdl gode in Parlamento", dicono Antonello Soro e Anna Finocchiaro capigruppo del Pd.

E l'Idv aggiunge per bocca di Massimo Donadi: "Immagina il Parlamento come una sorta di partita a Risiko dove cinque capigruppo muovono le pedine dei loro parlamentari. E' qualcosa che con la democrazia non c'azzecca neanche di striscio ed è indicativo dell'idea che ha Berlusconi del confronto parlamentare: per lui è inutile e il Parlamento è soltanto il notaio delle scelte del governo. E' un'idea della politica, povera, piatta".

(10 marzo 2009)

 

 

L'UNITA'

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2009-03-11

Berlusconi e il Parlamento. Franceschini: "Per lui è tutto un ingombro"

"Davanti a queste proposte non si sa se ridere o piangere". Il segretario del Pd Dario Franceschini non ha parole di fronte alle ultime sparate di Berlusconi. E immagina gli scenari più esilaranti: "Il passaggio successivo – dice a proposito della proposta del premier di far votare solo i capigruppo – potrebbe essere un tasto solo nell'ufficio del presidente del Consiglio, per semplificare tutto". L'ironia, però, è decisamente amara. L'amarezza di chi sa che "per Berlusconi sembra tutto un ingombro sulla strada della sua luminosa azione di governo e questo vale per il Parlamento e a volte anche per il ruolo di garanzia del presidente della Repubblica".

Per Berlusconi, infatti, la parola magica è "snellimento". Snellire le regole urbanistiche, snellire le regole del lavoro, fino a snellire la nostra democrazia. "Ho proposto – diceva ieri – visto che non ci sono tempi certi per avere le leggi, che si riconosca nel solo voto del capogruppo il voto di tutto quanto il gruppo che rappresenta. Capisco che dopo 70 o 80 votazioni una persona che non è tuttologa possa anche deprimersi, ecco perché io propongo uno snellimento". Le critiche gli erano fioccate addosso anche dall'interno della sua maggioranza: il presidente della Camera Fini ha bollato l'idea del premier semplicemente come "impossibile".

Ma Franceschini va giù duro, non solo sul rispetto delle regole della democrazia. Anche sulla crisi, Berlusconi è scorretto e disonesto: "Berlusconi non è ottimista – spiega Franceschini – Finge di esserlo e non penso che questo sia onesto nè corretto".

Quanto al rapporto tra maggioranza e opposizione, Franceschini non ha dubbi: "Per ora abbiamo sentito solo no alle nostre proposte. C'è poi uno schema tutto politologico del quale io rido, di uno spostamento a sinistra del Pd. Ma io chiedo: l'assegno per chi perde il lavoro è di destra o di sinistra? Se si dice che le pensioni minime sono basse è un discorso di destra o di sinistra? Sono tutti schemi del passato, gli elettori guardano solo se le idee sono buone o cattive". Per il Pd, spiega ancora il segretario, le priorità ora sono "la lotta all'evasione fiscale, visto che negli ultimi mesi si è ridotta di 8 miliardi; far ripartire il sistema delle imprese e intervenire su pensioni e salari minimi". A proposito di pensioni, e della proposta di innalzamento a 65 anni dell'età pensionabile per le donne, Franceschini ricorda che "c'è un'indicazione dell'Unione europea verso l'equiparazione, ma questo – sottolinea – deve avvenire dentro un provvedimento che spinge alle pari opportunità. Se ci sarà una rete di protezione sociale per le donne, che fanno più lavori degli uomini si potrà allora affrontare questo tema".

infine, Franceschini dice la sua anche sulla questione edilizia: "Aspettiamo di vedere concretamente il provvedimento vista che la prima frase di Berlusconi parla del 20% di cubatura in più nelle villette come se la maggior parte degli italiani non vivesse nei condomini. È giusto far lavorare nell'edilizia le piccole imprese ma non si può danneggiare la qualità dei centri storici".

11 marzo 2009

 

 

 

 

 

 

Ora Berlusconi vuole "snellire" la democrazia parlamentare

di Ce.Bu.

La parola magica è "snellimento". Snellire le regole urbanistiche e far crescere le villette in libertà. Snellire le regole del lavoro per lasciare gli imprenditori più liberi di licenziare. E così via.

In questi anni sono state anche troppe le volte in cui Silvio Berlusconi ha proposto la sua visione della convivenza sociale. Basta con "lacci e lacciuoli" come ama dire il premier. Anche se per "lacciuoli" si intende quel minimo di regole che consentono ad una comunità di individui di distinguersi da un branco di lupi.

Ma ora Berlusconi ha superato se stesso ed è arrivato, a modo suo, a proporre lo snellimento della nostra democrazia. Affermando testualmente: "Ho proposto, visto che non ci sono tempi certi per avere le leggi, che si riconosca nel solo voto del capogruppo il voto di tutto quanto il gruppo che rappresenta. Capisco – ha proseguito il premier – che dopo 70 o 80 votazioni una persona che non è tuttologa possa anche deprimersi, ecco perché io propongo uno snellimento".

Insomma, addio al concetto di rappresentatività della politica, addio alla funzione stessa di una democrazia parlamentare. Basterebbe il voto di una persona. Una persona di fiducia del capo (in questo caso il capogruppo del partito del capo) basterebbe per fare una legge.

Come è possibile immaginare, le reazioni alla proposta di Berlusconi sono state tantissime e durissime. A cominciare da chi presiede la più ampia delle assemblee parlamentari, Gianfranco Fini, che ha bollato l'idea del suo compagno di coalizione semplicemente come "impossibile".

"Riemergono le pulsioni autoritarie del presidente Berlusconi. L'idea di sopprimere il Parlamento con una "riformina" regolamentare, delegando a pochi eletti la funzione legislativa, esprime in modo plateale l'assenza di cultura costituzionale dell'onorevole, il suo incontenibile fastidio per le regole della democrazia e la sua inossidabile visione proprietaria delle istituzioni, nonostante la strabordante maggioranza numerica di cui il Pdl gode in Parlamento" affermano, in una nota congiunta, i capigruppo parlamentari del Pd Anna Finocchiaro e Antonello Soro.

"Questa assurda proposta è solo un tentativo per distogliere ancora una volta l'attenzione dei media dalla crisi economica e nascondere il vuoto di iniziative per arginare le difficoltà del Paese. Se invece fosse un proposito vero, occorre che qualcuno, anche nella sua maggioranza, lo fermi" concludono gli esponenti Pd.

"Non è al sistema democratico francese che guarda Berlusconi, ma a quello della Cina Popolare, dove il Parlamento è chiamato anno per anno solo a ratificare quanto deciso dal governo", commenta invece il presidente del gruppo Italia dei valori al Senato, Felice Belisario.

10 marzo 2009

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-03-11

Fini: "La Costituzione

non prevede il voto delegato"

11 marzo 2009

Franceschini liquida proposta di Berlusconi: perchè non un tasto nel suo ufficio?

Berlusconi: "Il voto del capogruppo valga per tutti i deputati"

RADIO24 / Una proposta inaccettabile (di Gianfranco Fabi)

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RADIO24 / La proposta del premier

Fini rompe il tabù: Berlusconi al Quirinale (di Emilia Patta)

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Berlusconi: "Il voto del capogruppo valga per tutti i deputati"

"Fino a quando la Costituzione è quella vigente nessun deputato può essere delegato a votare per altri, e ciascun deputato dovrà votare soltanto per sè. Quando e se la Costituzione sarà cambiata si vedrà". Il presidente della Camera Gianfranco Fini torna sul tema del voto delegato solo ai capigruppo parlamentari. Ma lo fa in una sede istituzionale: la Camera dei deputati. E dando una motivazione costituzionale al suo no alla proposta.

Una posizione che il numero due del Pdl aveva già manifestato poco dopo che Silvio Berlusconi ne aveva parlato all'assemblea dei parlamentari "Verso il Pdl". "I regolamenti parlamentari non sono adeguati alle necessità di avere tempi certi e brevi per le nostre leggi" aveva detto il Premier motivando la proposta del riconoscimento del solo voto dei capigruppo.

11 marzo 2009

 

 

 

 

 

 

Franceschini liquida proposta di Berlusconi: perchè non un tasto nel suo ufficio?

11 marzo 2009

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"Davanti a queste proposte non si sa se ridere o piangere. Il passaggio successivo potrebbe essere un tasto solo nell'ufficio del presidente del Consiglio, per semplificare tutto". Il segretario del Pd, Dario Franceschini, ironizza così a Unomattina, alla proposta del premier Silvio Berlusconi, che a votare in Parlamento siano solo i capigruppo. "Per Berlusconi - attacca Franceschini - sembra tutto un ingombro sulla strada della sua luminosa azione di Governo e questo vale per il Parlamento e a volte anche per il ruolo di garanzia del presidente della Repubblica".

11 marzo 2009

 

 

 

 

Berlusconi: "Il voto del capogruppo valga per tutti i deputati"

10 marzo 2009

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Berlusconi, "il voto del capogruppo valga per tutti i deputati". Fini risponde a stretto giro. "La proposta era già stata avanzata ed era caduta nel vuoto. Accadrà anche stavolta". Dopo l'apertura al Colle di Fini nei confronti del Cavaliere scocca una nuova scintilla. Così, infatti, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha commentato la proposta del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che siano solo i capigruppo a votare in Aula. Il Cavaliere nel suo intervento all'assemblea dei deputati del Pdl al teatro Capranica a Roma aveva annunciato, oltre all'idea di presentare una proposta di legge di iniziativa popolare per dimezzare i parlamentari, anche la richiesta di un cambio dei regolamenti parlamentari: il voto del capogruppo valga per tutti i suoi deputati. Chi non è d'accordo potrà votare contro o astenersi. "Come un fiume carsico - commentano i capigruppo parlamentari del Pd Anna Finocchiaro e Antonello Soro - ciclicamente riemergono le pulsioni autoritarie del presidente Berlusconi. L'idea di sopprimere il Parlamento con una riformina regolamentare, delegando a pochi eletti la funzione legislativa, esprime in modo plateale l'assenza di cultura costituzionale dell'on. Berlusconi, il suo incontenibile fastidio per le regole della democrazia e la sua inossidabile visione proprietaria delle istituzioni, nonostante la strabordante maggioranza numerica di cui il Pdl gode in Parlamento". Secco il commento del capogruppo alla Camera dell'Italia dei Valori Massimo Donadi. La proposta del premier Silvio Berlusconi, sui capigruppo è "indicativa dell'idea che Berlusconi ha del confronto parlamentare": il premier ritiene "inutili" le Camere e "le vuole ridurre al ruolo di notai". Lapidario il vicepresidente della Camera e presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione. "Per la verità esisteva già un sistema per il quale i capigruppo votavano per tutti: la cattiva prassi secondo cui l'unico deputato del gruppo presente in Aula votava per tutti. È esattamente quello da cui stiamo cercando di uscire anche con l'inaugurazione proprio oggi del voto con le impronte digitali".

Di opposto parere ovviamente il premier. "Io capisco i nostri deputati - ha detto Berlusconi - che sono persone del fare e non funzionari di partito, che si sentono deprimere in Parlamento con votazioni continuative. Il capogruppo deve rappresentare in aula o in commissione tutti i deputati. Chi non è d'accordo, potrà votare contro o astenersi". Con il nuovo sistema di voto che introduce alla Camera le norme anti-pianisti, ha detto il premier, "bisognerà cambiare i regolamenti parlamentari". Rivolgendosi ai parlamentari Berlusconi ha aggiunto: "Ma ora bisogna che voi siate presenti nelle ore stabilite per i voti".

Nessuna cementificazione con il piano casa. Il piano casa, che venerdì sarà varato dal Consiglio dei ministri, non porterà "nessuna cementificazione" nè "la negazione della legge urbanistica", ha garantito il premier. Si tratta di "una legge di assoluto buonsenso" rivolta alle famiglie italiane che vivono "in abitazioni mono-familiari e bi-familiari". Una "legge cornice" che riguarderà almeno il 50% delle famiglie italiane che potranno ampliare la propria abitazione del 20% grazie a "una semplice lettera di inizio lavori al Comune" evitando così le lungaggini burocratiche. Dopo il via libera alla legge cornice saranno le Regioni, ha aggiunto Berlusconi, a dare vita ai rispettivi piani casa.

Crisi, la Cig sosterrà tutti. "Il nostro sistema di cassa integrazione è a moduli e potremo intervenire in tutte le direzioni. Se la crisi si aggraverà, potremo sostenere tutti i cittadini". Berlusconi ha ribadito che la proposta del Pd di un assegno per chi perde il lavoro sarebbe "un incentivo a licenziare: così i lavoratori percepirebbero l'assegno e poi continuerebbero a lavorare a nero per la loro azienda". Sulla crisi, "sul piano internazionale abbiamo fatto la nostra parte. Siamo stati i primi a dire urbi et orbi che lo Stato italiano non avrebbe permesso il fallimento di nessuna banca e che i risparmiatori non avrebbero perso un euro. Siamo stati i primi, in campagna elettorale, a non fare promesse miracolistiche e ciò che abbiamo promesso lo abbiamo mantenuto".

Buoni risultati dal decreto incentivi. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ritiene che il decreto con gli incentivi per l'acquisto di automobili stia dando buoni risultati. "Si stanno svuotando i magazzini - dice Berlusconi all'assemblea dei parlamentari del Pdl - e stanno ripartendo gli ordini".

Rai, c'è bisogno di cambiamento. A margine dell'incontro il premier è tornato a parlare della Rai. "C'è molta stima per Petruccioli ma", in coerenza con quanto detto al leader del Pd, siamo per un "rinnovamento" e la conferma dell'attuale presidente in carica alla Rai non rappresenta un cambiamento. (N.Co.)

10 marzo 2009

 

 

 

 

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